Adriano - racconti e altro

Voluspa

Questo poema apre l'Edda Sæmundar, ovverosia l'Edda in poesia, la più antica delle due che ci sono pervenute e risalente, come compilazione, al 12° secolo. In questo brano abbiamo la narrazione, per sommi capi, della creazione del mondo, della nascita delle principali razze, degli avvenimenti cruciali nel mondo divino e della fine del mondo. Il Völuspá, uno dei testi più antichi della raccolta, ci si presenta dunque come il poema dell'inizio e della fine.

Völuspá - La profezia della veggente(1)


1

Silenzio totale io chiedo,
sacre stirpi
maggiori e minori
figli di Heimdallr.
Vuoi tu che io, o Valföðr,(2)
bene enumeri
gli antichi canti umani,
quelli che meglio ricordo.

2

Io ricordo i giganti
nati da tempo,
quelli che me, in passato,
hanno allevato.
Nove mondi io ricordo,
nove grandi distese,
il nobile albero del mondo
nelle profondità della terra.

3

Si era nel tempo remoto
in cui Ymir dimorava,
non v'era sabbia né mare,
né fredde onde;
la terra non esisteva
né il cielo superno,
l'abisso era spalancato
ed erba in nessun luogo.

4

Prima i figli di Burr
il suolo sollevarono,
essi che Miðgarðr
la nobile formarono;
il sole spendette da sud
sulle aule di pietra,
allora fu la terra coperta
da verdi porri.

5

Il sole giunse da sud,
sorella della luna,(3)
la mano destra posando
oltre i confini del cielo;
il sole non sapeva
dove ella avesse una dimora,
le stelle non sapevano
dove fosse il loro posto,
la luna non sapeva
quali poteri egli possedesse.

6

Allora giunsero tutti gli dèi
ai troni del giudizio,
gli dèi più sacri,
e di questo discussero;
alla notte e alla crescente luna
diedero nome,
il mattino chiamarono
e il mezzogiorno,
l'alba e il crepuscolo,
per enumerare gli anni.

7

Si incontrarono gli Ási
a Iðavöllr(4),
essi che altare e tempio
alti eressero;
una forgia costruirono,
gioielli forgiarono,
pinze foggiarono
e oggetti fecero.

8

Giocavano a tafl(5) nei boschi
ed erano felici,
non avevano alcun problema
a procurarsi oro,
finché tre giunsero
dei giganti, fanciulle(6),
colme di forza,
da Jötunheim.

9

Allora giunsero tutti gli dèi
ai troni del giudizio,
gli dèi più sacri,
e di questo discussero,
di chi avrebbe dovuto dei nani
la stirpe creare
dal sangue di Brimir
e dalle membra di Bláinn(7).

10

Là era Mótsognir
il più grande divenuto
di tutti i nani,
e Durinn il secondo.
Essi di forme umane
molte ne fecero,
i nani, dalla terra,
come Durinn diceva.

11

Nýi e Niði,
Norðri e Suðri,
Austr e Vestri,
Alþiófr, Dvalinn,(8)
Bífurr, Báfurr,
Bömburr, Nóri,
Án e Ánarr,
Ái, Miöðvitnir,

12

Veigr e Gandálfr,
Vindálfr, Þráinn,
Þekkr e Þorinn,
Þrór, Vitr e Litr,
Nár e Nýráðr -
questi sono i nani
- Reginn e Ráðsviðr -
correttamente enumerati.

13

Fíli, Kíli,
Fundinn, Náli,
Hepti, Víli,
Hanarr, Svíorr,(9)
Frár, Hornbori,
Frægr e Lóni,
Aurvangr, Jari,
Eikinskjaldi.

14

La narrazione è dei nani
nel popolo di Dvalinn
pelle stirpi degli uomini
fino a Lofarr enumerano,
essi che uscirono
dalle sale di pietra
e ad Aurvangar giunsero,
a Jörovellir.

15

Vi era Draupnir
e Dólgþrasir,
Hár, Haugspori,
Hlévangr, Glóinn(10)
Skirvir, Virvir,
Skáfiðr, Ái,

16

Álfr e Yngvi
Eikinskjaldi,
Fialarr e Frosti,
Finnr e Ginnarr.
Questa sarà ricordata,
finché il mortale vive,
la lunga progenie
fino a Lofarr.

17

Fino a che tre uscirono
da quel gruppo,
potenti, amorevoli
Ási, presso la dimora,
trovarono al suolo
privi di forze
Askr ed Embla(11)
privi di fato.

18

Respiro essi non avevano,
sensi essi non avevano,
sangue né suono,
né colore di vita.
Il respiro diede Óðinn,
i sensi diede Hœnir,
il sangue diede Lóðurr
e il colore di vita.

19

Il frassino conosco, che svetta,
che ha nome Yggdrasill,
l'alto albero, schizzato
di bianco fango;
da lì viene la rugiada,
quella che nelle valli cade,
si erge imperituro, verde,
sopra la fonte di Urðr.

20

Da lì giungono le vergini,
che tutto conoscono,
tre(12), da quel mare
che sotto l'albero si stende;
Urðr ha nome la prima,
l'altra Verðandi,
- esse incidono bastoni -
Skuld la terza.
Esse le leggi fecero,
esse le vite stabilirono
dei figli degli uomini,
il destino pronunciano.

21

Questo ella ricorda, la guerra
prima nel mondo(13),
quando Gullveig
dalle lance fu trafitta
e nella sala di Hárr
ella fu bruciata -
tre volte bruciò,
tre volte rinacque,
sana ella stessa -
tuttora ella vive.

22

Heiði la chiamarono,
quando alle loro case giunge,
völva che profetizza bene,
sapiente nelle magie.
Incantesimi ella conosce,
di incantesimi ella si serve,
sempre ella era bene accolta
dalle donne malvagie.

23

Allora giunsero tutti gli dèi
ai troni del giudizio,
gli dèi più santi,
e di questo discussero,
se dovessero gli Ási
un tributo pagare
o se dovessero gli dèi tutti
una offerta ricevere.

24

Scagliò Óðinn
verso la schiera la sua lancia,
quella fu la battaglia
prima nel mondo.
Infranto fu il ligneo muro
della fortezza degli Ási
libero ai Vanir vincitori
il campo lasciarono.

25

Allora giunsero tutti gli dèi
ai troni del giudizio,
gli dèi più sacri,
e di questo discussero
di chi avesse tutta l'aria
con veleno mischiato
e alla stirpe dei giganti
la sposa di Óðr offerto.(14)

26

Il solo Þórr là combatteva,
enfio d'ira,
egli raramente siede
quand'egli simili cose sente.
Obliata era la promessa,
parola e voto,
i solenni accordi
che fra loro giurarono.

27

Conosce ella di Heimdallr
il corno celato
sotto il sacro albero
vicino al luminoso cielo;
ella lo vede schizzato
dalla lutulenta cascata
per la promessa di Valföðr -
sapete voi altro, o cosa?

28

Sola siede ella fuori,
quando l'anziano giunse,
terrore degli Ási, e negli occhi la guardò:
"Cosa apprendi da me,
perché mi deridi?"
Bene conosco io, Óðinn,
dove tu l'occhio gettasti:
in quella celebre
fonte di Mímir.
Beve idromele Mímir
ogni mattino
per la promessa di Valföðr -
Sapete voi altro, o cosa?

29

Diede a lei Herföðr(15)
anelli e collane
e denaro, le magie per apprendere
e l'arte della profezia:
vide ella più e più
di ogni mondo.

30

Vide ella le valkyrie(16),
da lungi giungere,
bramose di cavalcare
verso il popolo degli dèi;
Skuld portava uno scudo,
un altro Skögul,
Gunnr, Hildr, Göndul
e Geirskögul.
Ora sono le ancelle
del Signore degli Eserciti,(17)
bramose di cavalcare
il suolo, le valkyrie.

31

Io vidi di Baldr(18),
il sanguinante dio,
di Óðinn figlio,
il destino celato;
alto crescendo
al di sopra della piana,
stretto e meraviglioso,
il vischio.

32

Venne da quell'albero,
che sottile pareva,
il dardo pericoloso:
Höðr lo scagliò.
Del fratello di Balðr era
la nascita rapida,
questi, così, il figlio di Óðinn,
benché vecchio di una sola notte, uccise.

33

Allora egli né il corpo lavò
né il capo pettinò,
prima di portare alla pira
l'uccisore di Balðr.
Ma Frigg piangeva
a Fensalir
il dolore del Valhöll. -
Sapete voi altro, o cosa?

34

Allora sapeva Vali
le catene della battaglia stringere,
ma erano forti e saldamente fatte
dalle budella(19).

35

In catene vide ella giacere
sotto Hveralundr(20),
uno dall'aria scaltra
a Loki simile.
Là siede Sigyn(21),
presso lo sposo suo
senza alcuna gioia -
Sapete voi altro, o cosa?

36

Un fiume scorre da Est
attraverso la vale del veleno,
di spade e sax(22):
Slíðr si chiama.

37

Si erge a Nord,
a Niðavellir
la sala coperta d'oro
della stirpe di Sindri;
un'altra si erge
a Ókolnir
la sala della birra del gigante,
quello chiamato Brimir.

38

Una sala ella vide ergersi
non toccata dal sole
a Náströnd,
il Nord fronteggiano le porte.
Cadono gocce di veleno
dalle sue prese d'aria,
quella che tappezzano
squame di serpente.

39

Vide ella là attraversare
la forte corrente
uomini spergiuri
e lupi criminali
e seduttori di altrui
amate compagne.
Là succhia Niðhöggr(23)
il sangue dai cadaveri dei morti,
il lupo li fa a pezzi -
sapete voi altro, o cosa?

40

A Est siede una vecchia
nella Foresta di Ferro(24)
e alleva là
la stirpe di Fenrir(25).
Verrà da tutti loro
uno tale
della luna distruttore
nella forma di troll.

41

Si nutre di carne
di uomini destinati alla morte,
tinge il seggio degli dèi
di rosso sangue.
Nera diviene la luce solare
nella prossima estate,
terribile ogni vento -
sapete voi altro, o cosa?

42

Siede là sul tumulo
e suona l'arpa
dei giganti il pastore,
il lieto Eggþér.
Cantò fieramente
nel bosco dell'impiccato(26)
il gallo rosso chiaro,
che ha nome Fjalarr.

43

Cantò dagli Ási
Gullinkambi,
svegliando i guerrieri
di Herjaföðr;(27)
un altro canta
da sotto la terra,
un gallo rosso scuro,
dalla sala di Hel.

44

Abbaia forte Garmr
dinanzi a Gnipahellir(28),
la catena si spezzerà,
e la fiera correrà;
molti incantesimi ella conosce,
avanti io vedo, a lungo,
il giudizio degli dèi(29),
futuro, latore di vittoria.

45

Il fratello colpirà il fratello
e cadrà morto,
profaneranno i figli
i loro genitori.
Male è nel mondo,
grande adulterio,
era dell'ascia, era della spada,
di scudi infranti,
era di vento, era di lupi,
prima che il mondo sprofondi;
nessun uomo
ne risparmierà un altro.

46

Danzano i figli di Mímir(30),
il destino comincia ad ardere
per l'antico
corno di Gjallr.
Alto soffia Heimdallr,
il corno possente(31),
discute Óðinn
con la testa di Mímir.

47

Trema Yggdrasill,
il frassino troneggiante,
geme l'antico albero,
ma il gigante è libero.
Affranti sono tutti
sul cammino di Hel,
prima che dai famigli di Surtr(32)
esso sia inghiottito.

48

Che ne è degli Ási?
Che ne è degli elfi?
Ruggisce tutto Jötunheimr(33),
gli Ási siedono in concilio;
si lamentano i nani
dinnanzi alle porte di pietra,
delle colline signori -
sapete voi altro, o cosa?

49

Abbaia forte Garmr
dinanzi a Gnipahellir,
la catena si spezzerà,
e la fiera correrà;
molti incantesimi ella conosce,
avanti vedo io a lungo
il giudizio degli dèi,
futuro, latore di vittoria.

50

Hrymr dall'Est,
leva alto lo scudo,
sibila Jörmungandr
nella frenesia dei giganti;
il serpente spazza le onde,
e l'aquila becco pallido
becca i cadaveri, Niðfölr,
Naglfari(34) è libera.

51

La nave viaggia da Est,
giungeranno di Muspell
dal mare i popoli,
e Loki li conduce.
Viaggiano i giganti
coi lupi tutti,
quelli che il fratello
di Býleistr seguono(35).

52

Surtr viaggia da Sud
col flagello dei rami(36),
splende dalla spada
il sole degli dèi del massacro;
i picchi montani crollano,
i mostri tremano,
percorrono gli uomini la via di Hel,
il cielo si spalanca.

53

Allora giunge su Hlin(37)
un altro dolore,
quando Óðinn avanza
per abbattere il lupo,
e l'uccisore di Beli(38),
luminoso, contro Surtr;
allora di Frigg
cadrà l'amato(39).

54

Abbaia forte Garmr
dinanzi a Gnipahellir,
la catena si spezzerà,
e la fiera correrà;
molti incantesimi ella conosce,
avanti io vedo, a lungo,
il giudizio degli dèi,
futuro, latore di vittoria.

55

Allora giunge il fiero
figlio di Sigföðr(40),
Vidarr, a uccidere
l'animale dei guerrieri morti;
affonda egli del figlio di Hveðrungr(41),
con mano ferma,
il brando fino al cuore,
quando il padre vendica.

56

La bocca aperta alta nel cielo
la cintura della terra(42),
spalanca del terribile le fauci,
del serpente, in alto.
Il figlio di Óðinn(43)
il veleno incontrerà
del mostro alla morte
della stirpe di Viðarr(44).

57

Allora giunge il fiero
figlio di Hlöðyn,
arriva il figlio di Óðinn
per abbattere il serpente,
colpisce egli con furia
il véor(45) di Miðgarðr,
- tutti gli uomini
fuggono le abitazioni -
indietreggia nove passi
il figlio di Fjörgyn(46)
letale dal serpente
senza tema d'infamia.

58

Il sole diviene nero,
affonda la terra nel mare,
svaniscono dal cielo
le lucenti stelle;
romba il vapore
con la fiamma,
danza alto il calore
con il cielo stesso.

59

Abbaia forte Garmr
dinanzi a Gnipahellir,
la catena si spezzerà,
e la fiera correrà;
molti incantesimi ella conosce,
avanti io vedo, a lungo,
il giudizio degli dèi,
futuro, latore di vittoria.

60

Vede ella salire
una seconda volta
la terra dal mare
splendidamente verde;
cadono cascate,
vola l'aquila in alto,
quella che sul monte
i pesci caccia.

61

Si incontrano gli Ási
a Iðavöllr,
del circondatore della terra(47),
possente, discutono
e ricordano là
il grande giudizio
e le antiche
rune di Fimbultýr.

62

Là saranno poi
meravigliose
auree tafl
nell'erba trovate,
quelle che nel passato
avevano posseduto.

63

Non seminati campi
porteranno raccolti,
il male sarà tutto riparato,
Baldr ritornerà.
Dimorano essi, Hödr e Baldr,
nella sala della vittoria di Hroptr(48),
il sire dei guerrieri caduti -
Sapete voi altro, o cosa?

64

Allora sa Hœnir
scegliere il legno del fato
e i figli edificano
dei due fratelli
nel mondo di vento -
sapete voi altro, o cosa?

65

Una sala vede ella, ergersi,
più bella del sole,
intessuta d'oro
a Gimlé;
là dovranno dei fedeli
le schiere dimorare
e nel giorno imperituro
di celeste gioia
.

66

Allora giunge questo regno
al giudizio del potere,
magnifico, possente,
colui che tutto governa
(49).

67

Là giunge l'oscuro
dragone volante,
serpente lucente, in basso
da Niðafjöll(50);
porta sulle sue piume -
vola sulla pianura -
Niðhöggr, cadaveri -
ora ella si sprofonderà.

NOTE

1 - Völuspá significa, letteralmente, "profezia" (spá) della völva, termine utilizzato nel mondo norreno per indicare una profetessa itinerante.
2 - Uno degli epiteti di Óðinn, significante "padre degli eroi morti in battaglia".
3 - Il sole è di sesso femminile e la luna è di sesso maschile, non solo in ambito mitico, ma anche nella lingua norrena.
4 - La pianura sempreverde in cui gli dèi erano detti dimorare prima della formazione del mondo.
5 - Antico gioco da tavolo, molto in voga nell'area norrena, per certi versi simile agli scacchi.
6 - Le tre fanciulle di cui si parla sono, normalmente, considerate essere le tre Norne, che saranno descritte più avanti.
7 - Due dei nomi utilizzati per appellare Ymir, il macrantropo primordiale, smembrato per creare il mondo, di cui si parla nella stanza 3.
8 - Fonti come lo Hausbók inseriscono di seguito altre due linee, non attestate in altri testi come il Konungsbók. Le linee in questione sono: "Nár e Náinn,/ Nípingr, Dáinn".
9 - Anche in questo passo, lo Hausbók aggiunge: "Nár e Náinn,/ Nípingr, Dáinn,/ Billingr, Brúni,/ Bíldr e Búri".
10 - Altri testi, come il Gylfaginning, citando questo passaggio, inseriscono altre due linee: "Dóti, Óri,/ Dúfr, Andvari, ".
11 - I nomi dei primi due esseri umani a ricevere la vita. In precedenza, infatti, ci è stato detto che i nani avevano creato numerose forme umane: ora si chiarisce che sono gli dèi a dare loro la "vita". È interessante notare come il nome dell'uomo, Askr, significhi, letteralmente, "frassino", mentre quello della donna, Embla, viene di norma ricondotto a "olmo". Di fatti, Snorri racconta che i primi due esseri umani furono creati dagli alberi.
12 - Le tre Norne, custodi del fato.
13 - Qui ha inizio la trattazione della contesa tra le due stirpi divine, gli Ási e i Vanir: il casus belli fu il cattivo trattamento ricevuto da Gullveig, donna della stirpe dei Vanir, mentre era ospite presso gli Ási.
14 - La sposa di Óðr è, naturalmente, Freyja.
15 - Altro epiteto di Óðinn, significante "padre degli eserciti".
16 - Le celeberrime donne-guerriere, aiutanti di Óðinn, chiamate a scegliere i guerrieri più nobili e prodi tra quanti caduti sul campo di battaglia, per condurli nel Valhöll, dove serviranno Óðinn. Erano solite portare con sé lo scudo del guerriero che dovevano accompagnare nell'aldilà.
17 - Altro epiteto di Óðinn.
18 - Baldr, Höðr e Vali sono tre figli di Óðinn. Höðr, che è uccide il fratello Baldr con una freccia di legno di vischio, istigato da Loki (così racconta Snorri...) e sarà a sua volta ucciso dall'altro fratello, Vali, nato da un giorno soltanto, il quale vendicherà Baldr.
19 - Loki, colpevole anch'egli della morte di Baldr (almeno stando alla versione di Snorri), sarà incatenato con funi fatte dalle budella di Nari, suo figlio.
20 - Letteralmente "boschetto delle sorgenti ribollenti", ma può essere anche il nome proprio del luogo.
21 - Sigyn è la sposa di Loki. Quando quest'ultimo fu incatenato, con un gigantesco serpente che gocciolava veleno sopra il suo capo, ella sedette presso di lui, reggendo un vaso sopra il marito, per proteggerlo dal veleno. Quando ella, di tanto in tanto, sposta il vaso per svuotarlo, il veleno cade su Loki, il quale si scuote violentemente, provocando così i terremoti.
22 - Arma tipica delle popolazioni scandinave: una spada corta dalla lama larga.
23 - Niðhöggr è il nome di un gigantesco serpente (o dragone) che vive nel regno di Hel, il regno dei morti.
24 - Il nome originale è Járnviðr.
25 - I lupi. Fenrir è uno dei tre figli che Loki ha avuto dalla gigantessa Angrboða: gli altri due sono Hel, la dea che presiede al regno dei morti, e Jörmungandr, il gigantesco serpente che riposa arrotolato attorno a Miðgarðr, il mondo degli uomini. Fenrir è un lupo gigantesco, che gli dèi hanno incatenato dopo averne riconosciuto la pericolosità. La sua liberazione dalle catene segnerà l'inizio del Ragnarökr, la fine del mondo, come si vede nella stanza 44.
26 - Il nome originale è Gaglviðr.
27 - Un altro epiteto di Óðinn, significante "padre degli eserciti". A differenza dell'epiteto dato in nota (15), il sostantivo herr, significante "esercito", appare qui al plurale.
28 - Garmr è un cane gigantesco, mentre Gnipahellir non è altro che la porta degli inferi.
29 - Il celeberrimo Ragnarök, alla lettera, significa, infatti, "giudizio (rök) degli dèi (ragna)", ovverosia il giudizio che gli dèi subiscono, sottolineando l'idea di accettazione saggia e dignitosa della propria sorte. Anche gli dèi, infatti, devono sottostare al fato stabilito dalle Norne: Ragnarökr è anche questo, il fato degli dèi, il compiersi del destino che era scritto per loro.
30 - I figli di Mímir dovrebbero essere, in questo passo, i giganti, ma l'interpretazione è ancora incerta.
31 - Il suono del corno di Heimdallr è un altro segnale della fine del mondo, come la liberazione di Fenrir, di cui si parla nuovamente nella stanza successiva.
32 - Letteralmente "quelli di Surtr", ovverosia le fiamme, secondo una immagine che ci viene dalla tradizione skaldica. Queste arderanno il sacro albero del mondo, Yggdrasill. Ricordiamo che Surtr è il più importante tra i giganti del fuoco, che consumeranno il mondo nella conflagrazione finale.
33 - La terra dei giganti, atavici nemici degli dèi.
34 - Naglfari è la nave composta dalle unghie dei morti, custodita a Hel.
35 - Il fratello di Býleistr è, ovviamente, Loki.
36 - Epiteto del fuoco.
37 - Altro nome di Frigg, la sposa di Óðinn.
38 - Colui che uccise Beli altri non è che Freyr.
39 - Óðinn, infatti, è destinato a morire in combattimento contro Fenrir.
40 - Ancora un epiteto di Óðinn, significante "padre della vittoria".
41 - Altro nome di Loki.
42 - Epiteto di Jörmungandr, meglio noto come Miðgarðsormr, ovverosia "serpente di Miðgarðr".
43 - Qui si fa riferimento a Þórr, nato da Óðinn e da Hloðyn. Egli morirà ucciso dal veleno di Jörmungandr.
44 - La stirpe di Viðarr corrisponde agli dèi.
45 - Parola dal significato oscuro.
46 - Si parla sempre di Þórr.
47 - Con tutta probabilità si parla di Jörmungandr.
48 - Ancora un nome di Óðinn. Ne aveva una valanga.
49 - La parte che qui ho evidenziato è considerata una interpolazione successiva, in quanto puzza fortemente di cristianesimo.
50 - Nome del monte in cui i cadaveri erano prima ammassati.