La posizione delle parti intime
All’inizio del mondo era stata intenzione del Creatore di mettere i genitali sia degli uomini che delle donne sulla loro fronte, così sarebbero stati capaci di generare figli facilmente. Ma la lontra fece un errore nel trasmettere il messaggio riguardo questo, ed è per questo che i genitali vennero a trovarsi nel posto scomodo in cui sono oggi.
(Trascritta a memoria. Raccontata da Ishanashte l’11 luglio 1886.)
Commento
La lontra è un animale che possiede una caratteristica molto precisa nel folklore ainu: è smemorata. È dunque il messaggero scelto più spesso, quando le cose devono andare male. Se nel corso della creazione di qualcosa è stato commesso un errore, se una forma di vita è nata difettosa, se nel mondo c’è un problema di cui non vogliamo incolpare le divinità maggiori, allora la colpa di solito è attribuita alla lontra, che era stata incaricata di fare qualcosa ma se n’è dimenticata. Anche per questo motivo era sconsigliato mangiare la testa della lontra, sebbene il resto dell’animale fosse considerato commestibile dagli ainu: se mangiavi la sua testa, però, rischiavi pure tu di diventare smemorato come lei. Non a caso, un insulto molto diffuso era esaman-sapa, ossia testa di lontra, per indicare una zucca vuota.
Gli ainu avevano anche una spiegazione sul perché la lontra avesse fama di essere smemorata. Dopo aver catturato un salmone, la lontra lo trascina a riva, ne strappa un boccone dal dorso, vicino alla testa, e poi abbandona il resto del pesce e ne cerca uno nuovo, dimenticandosi (in apparenza) di averne già preso uno. Siccome la lontra semina ovunque pesci pescati e a malapena mangiucchiati, gli ainu la consideravano smemorata e sbadata. Questa almeno è la storia che raccontavano alcuni di loro, secondo quanto ci è riferito a pagina 235 di Ainu life and lore di John Batchelor: altro folklore sulle lontre può essere trovato nelle sue pagine successive, per chi fosse interessato, ma io non me ne occuperò qui.
Chiri Mashiho, invece, propone una spiegazione piuttosto curiosa per la sbadataggine della lontra. Partendo dal suo nome ainu, esaman, Mashiho lo fa derivare dalla parola tungusa sama, con cui si indicavano gli sciamani, e ipotizza che la sbadataggine dell’animale sia un riflesso dello stato mentale degli sciamani nel corso delle loro pratiche, in particolare la trance in cui cadevano, quando posseduti dallo spirito di una lontra. A sostegno della sua ipotesi, Mashiho porta anche la parola esaman-ki, il nome con cui si indicava la divinazione compiuta usando un teschio di lontra e che lui interpreta come “svolgere pratiche sciamaniche”. C’è giusto il dettaglio che gli ainu usavano la parola tusu per indicare le pratiche sciamaniche e gli sciamani erano chiamati tusukur (tusuku dagli ainu di Sachalin, nelle cui storie compaiono più spesso), ma con un poco di creatività si può superare qualunque problema.