Adriano - racconti e altro

La sposa stregata

C’era una volta una ragazza molto bella che aveva molti pretendenti. Ma, non appena si fu sposata con uno, e lui si coricò accanto a lei e tese la mano verso la sua vagina, una voce ne uscì, avvisandolo di desistere. Questo allarmò a tal punto lo sposo che fuggì. Questo accadde nove o dieci volte, finché alla fine la ragazza era disperata; perché nessuno adesso la voleva sposare e il suo vecchio padre fu coperto di vergogna. La immersero nell’acqua del fiume, ma non ebbe alcun effetto. Così alla fine, nel suo dolore, fuggì tra le montagne e si gettò a terra ai piedi di una magnolia.

Quando, con qualche difficoltà, si addormentò, sognò che l’albero era una casa, all’esterno della quale lei era coricata, e dalla cui finestra un’amabile dea sporgeva il suo capo e diceva: «Quanto accaduto non è in alcun modo colpa tua. La tua bellezza ha indotto una volpe malvagia a innamorarsi di te. È lui che è entrato nella tua vagina e che parla da lì, per impedire che vi si avvicini un ordinario marito mortale. È sempre lui quello che ti ha attirata qui fuori, per portarti via completamente. Ma non lasciarti diventare sottomessa al suo influsso. Io ti darò alcuni begli abiti e ti farò raggiungere in sicurezza la tua casa. Devi dire a tuo padre ogni cosa riguardo a me.» Allora la ragazza si svegliò e tornò a casa. Suo padre esorcizzò infine la volpe, intagliando una immagine esatta della figlia e offrendola alla volpe con rispetto e venerazione. Così lei si sposò ed ebbe figli e fu contenta per tutta la sua vita.

(Trascritta a memoria. Raccontata da Ishanashte il 17 novembre 1886.)

Commento

Una storia di possessione demoniaca, che si intreccia per certi versi col già citato motivo della vagina dentata, vista la particolare posizione in cui si trova il demone e il modo in cui reagisce quando un uomo cerca di avvicinarsi al suo “territorio”. Ricorda soprattutto il tema ricorrente della principessa maledetta, i cui mariti muoiono durante la prima notte di nozze: la storia ainu non è così truculenta, a differenza delle analoghe fiabe europee, perché i mariti si limitano a fuggire, invece di essere trovati morti all’alba, ma l’idea di base è la stessa.

Abbiamo una donna che non può avere marito, perché qualcosa di soprannaturale li fa sparire tutti durante quella che dovrebbe essere la loro prima notte di nozze; abbiamo anche la prospettiva del matrimonio nella morte, di nuovo, quando la volpe attira la ragazza tra i monti per “portarla via completamente”. A risolvere il problema è qui una magnolia, un albero che non ha un ruolo così importante nel folklore ainu, o almeno non importante come lo sono quercia, salice e pino, ma è comunque un albero “buono”, quindi più che sufficiente a manifestare un kamui che soccorre la ragazza. La soluzione alla vicenda è il ricorso a un sostituto della ragazza, da offrire alla volpe, che è chiaramente una cironnup, perché una nobile situnpe non si abbasserebbe mai a infestare la vagina di una donna: sono sempre le volpi cironnup a essere attratte dagli umani e a cercare di rapirli per farli propri come mariti o mogli, a seconda dei casi.