Adriano - racconti e altro

L’oca

Un re aveva un figliuolo in collegio. Quando uscì di collegio, fece fare grandi feste; e tra le altre meraviglie in un suo giardino c’era una fontana d’una bellezza straordinaria, e dal mezzo di essa sorgeva una statua con in mano una polizza così scritta: Col danaro si vince tutto. Re e principi, invitati alle feste, erano meravigliati della bellezza della fontana e della statua. Però uno di essi, volto al giovine principe, disse: tutto è meravigliosamente bello, ma io non presto fede a quello scritto. Non è vero che col danaro si vinca tutto. Vuoi tu metterti alla prova? Io ho una figlia bella fuor d’ogni immaginazione, e la tengo chiusa nel fondo d’una torre. Tenta se puoi rapirmela, e te la do in isposa.

Il giovane principe, udito ciò, si ritira nelle sue stanze, ed entra in sì profonda malinconia, che nulla valeva a levarnelo. Il re suo padre, impensierito, gliene domanda la cagione, ed egli risponde che pensava al modo di rapir la bella fanciulla e non lo trovava. Il danaro qui non basta; ci vuole astuzia, e padre e figlio erano disperati. Un giorno si presenta al re una vecchietta e gli dice: Io so perchè tuo figlio è malinconico fuor di misura. È innamorato d’una bella fanciulla, figlia di re, chiusa nel fondo d’una torre. Vorrebbe rapirla e non sa come. Se tu mi ascolti egli riuscirà nell’impresa. Fa costruire un’oca di grandezza che ci possano star entro cinque persone; quattro devono essere suonatori, e il quinto posto sarà occupato dal principe. L’oca abbia le ruote, e poi lascia far a me.

Il re fu contento, e si fece l’oca, entro alla quale si chiusero i quattro suonatori e il principe. Fatto questo, la vecchia attaccò al collo dell’oca una cordicella e se la tirava dietro. E va e va, alcuni giorni dopo giunse al palazzo del re padre della fanciulla chiusa nella torre. Giuntavi, tolse il becco all’oca e disse: Oca, suona; oca suona. - Ed ecco uscirne i più bei suoni che mai s’udissero. Il re si fa alla finestra e vede la meraviglia. Dice alla vecchietta: Io ho una figlia chiusa nel fondo d’una torre. La poveretta non vede altra persona che le sue donzelle, ed è assai malinconica. Se tu entro nella sua stanza con la tua oca meravigliosa e fai che suoni, sono certo ch’ella troverà piacere. - La vecchietta non fu sorda, e, tirandosi dietro l’oca, fu alla stanza della giovane. Per giungervi dovette attraversare ben dodici stanze, e in ognuna c’erano delle guardie armate. S’accosta all’oca e dice: Oca suona -; e la musica comincia con grande piacere della ragazza, la quale pregò la vecchietta di starsene con lei quella notte. Quando venne la notte e la figlia del re dormiva, il principe esce dall’agguato, la prende tra le sue braccia e se la reca dentro nell’oca. La giovane si desta e vuol gridare aiuto, ma il principe le chiude la bocca e dice: Non gridare. Io son venuto per liberarti di questa prigionia e sarò tuo sposo. Ora usciremo e ti conduco dal re, mio padre. - Dopo questo si stette cheta e lo lasciò fare. La vecchia subito si tira dietro l’oca ed esce dal palazzo. Le guardie non s’oppongono. Quand’è in istrada dice: Oca suona -; e l’oca suona. Il re s’affaccia alla finestra e grida: Brutta strega, rendimi la figlia. Certo ell’è fuggita teco, chè non la trovo più nelle sue stanze. - Allora i due amanti escono dal nascondiglio e domandano perdono. Il re riconosce il giovane, perdona ad ambidue e benedice le loro nozze.

Commento

Ennesima principessa tenuta rinchiusa dal padre perché considerata troppo bella, oppure perché il re suo padre l’ama troppo. Strano modo di dimostrarlo, ma tant’è. Qui rientriamo nel primo caso, dove la principessa è prigioniera in fondo a una torre, come i peggiori criminali, perché è considerata troppo bella. Abbiamo anche il solito principe che si innamora di lei in fiducia e decide di rapirla, ma in questo caso c’è la variante della sfida col padre: è il carceriere stesso a proporre la gara, per cui il rapimento è approvato dall’alto, per così dire.

Il sistema utilizzato per rapire la principessa è una sorta di cavallo di Troia, in versione più bucolica: un’oca imbottita di musicisti, con la solita vecchietta saggissima di passaggio che riveste i panni di un Odisseo alternativo. Tema non certo originale, ma è interessante il modo in cui è sviluppato, specie in una storia tanto breve. Il commento iniziale sul denaro che può tutto si perde un poco per strada e non è chiaro se la storia lo voglia confermare o negare: dopotutto sono serviti soldi per costruire l’oca gigante e procurarsi i bravi musicisti. Lasciamo pure aperta l’interpretazione.