Adriano - racconti e altro

Gli amori degli dei del tuono

Due giovani dèi del tuono, figli del dio del tuono capo, si innamorarono perdutamente della stessa donna ainu. Uno di loro disse all’altro, per scherzo: «Io diventerò una pulce, così sarò capace di saltare sul suo petto.» Disse l’altro: «Io diventerò un pidocchio, così sarò capace di stare sempre sul suo petto.»

«Sono questi i vostri desideri?» gridò il padre, il dio del tuono capo. «Sarete presi in parola!» E subito quello di loro che aveva detto di voler diventare una pulce fu trasformato in una pulce, mentre quello che aveva detto di voler diventare un pidocchio fu trasformato in un pidocchio. Ecco perché esistono tutte le pulci e i pidocchi al giorno d’oggi.

Questo spiega perché, ogni volta che c’è un temporale, le pulci saltano fuori da ogni sorta di posto dove prima non se n’erano viste.

(Trascritta a memoria. Raccontata da Ishanashte il 27 novembre 1886.)

Commento

A pagina 61 del suo Ainu life and lore, John Batchelor ci riferisce questa breve storia sull’origine delle pulci, che gli era stata raccontata da un ainu in risposta a una sua lamentela sui morsi di pulce che riceveva di continuo negli alloggi locali. Secondo questo ainu, di cui non è specificato il nome, le pulci sarebbero insetti celesti, in quanto scesi sulla terra dal cielo. “Agli inizi, le pulci vivevano sul corpo del dio del tuono (Kanna Kamui). Siccome però il corpo di questo dio un giorno prudeva molto, si grattò e si scrollò. Così molte pulci caddero sulla terra, dove vivono tuttora. Per questo accade sempre che, ogni volta che tuona, questi insetti saltellano molto e sono particolarmente vivaci.”

Sembra dunque esserci un qualche tipo di collegamento tra il tuono e le pulci, almeno nel folklore ainu. Diventano davvero così irrequiete, durante i temporali? Non lo so, non sono un esperto nel comportamento di questi insetti, né sono particolarmente interessato a diventarlo.

Tra parentesi, pulci e pidocchi compaiono assieme in diverse fiabe giapponesi, di solito storie in cui si spiega la loro origine: sono fiabe di nomi to shirami, ossia pulci e pidocchi, come indicato nei titoli che ricevono quando messe per iscritto in una qualche antologia. È possibile che i pidocchi siano stati aggiunti a questa storia ainu per una qualche “contaminazione” giapponese, soprattutto perché poi non hanno alcuna rilevanza nel finale del racconto, dove soltanto la pulce ha una sua apoteosi (per così dire).