Perché i cani non possono parlare
Un tempo i cani potevano parlare. Oggi non possono. La ragione è che un cane, che apparteneva a un certo uomo di molto tempo fa, attirò il suo padrone nella foresta con la scusa di mostrargli prede per la caccia, e poi lo fece divorare da un orso. Quindi il cane tornò a casa dalla vedova del suo padrone e le mentì, dicendo: «Il mio padrone è stato ucciso da un orso. Ma quando stava per morire, mi ha ordinato di dirti di sposare me al suo posto.» La vedova sapeva che il cane stava mentendo. Ma lui continuava a insistere che lei lo sposasse. Così alla fine, nel suo dolore e nella sua rabbia, lei gli gettò una manciata di polvere nella sua bocca spalancata. Questo lo rese incapace di parlare ancora, e per questo anche oggi nessun cane può parlare.
(Trascritta a memoria. Raccontata da Ishanashte il 29 novembre 1886.)
Commento
Un cane che desidera sposare una donna umana non è poi così strampalato, almeno alla prospettiva della tradizione ainu. Come altri popoli che vivevano principalmente di caccia, per esempio varie tribù di nativi nordamericani, anche gli ainu immaginavano gli animi come fondamentalmente antropomorfi, capaci non solo di parlare, ma anche di apparire come normali esseri umani, una volta tolto il vestito da animale che indossavano abitualmente. Nel folklore ainu, i tipici animali seduttori di umani sono le volpi, ma questo racconto ci mostra che anche altre specie potevano comportarsi allo stesso modo, se così volevano. Una storia degli ainu di Sachalin, poi, ci presenta un orso che si era sposato con una donna umana, portandola via al precedente marito, e la stessa donna era poi diventata un orso, in conseguenza di questa nuova relazione.
I confini tra umano e animale sono molto fluidi, insomma, almeno nel folklore ainu.