Panaumbe, Penaumbe e le volpi addormentate
C’erano Panaumbe e Penaumbe. Panaumbe scese lungo la riva di un fiume e chiamò: «Oh! Gente del pendio dietro quel pendio! Fatemi attraversare!» Gli risposero: «Dobbiamo prima scavare una barca. Aspettaci!» Dopo un po’, Panaumbe chiamò di nuovo. «Non abbiamo pertiche,» dissero loro. «Dobbiamo fare qualche pertica. Aspettaci!» Dopo un altro po’, chiamò per la terza volta. Gli risposero così: «Stiamo venendo per te. Aspettaci!» Allora la barca partì, - una grande barca, tutta piena di volpi.
Così Panaumbe, avendo prima afferrato un buon randello, si finse morto. Allora le volpi arrivarono e parlarono così: «Panaumbe! Sei da compatire. Sei congelato a morte, oppure sei morto di fame?» Con queste parole, tutte le volpi si avvicinarono a lui e piansero. A quel punto Panaumbe afferrò il suo randello, picchiò tutte le volpi e le uccise. Solo una volpe lasciò andare, dopo averle rotto una zampa. Quanto alle altre, dopo averle uccise tutte, le portò a casa alla sua abitazione e divenne molto ricco [vendendo la loro carne e la loro pelle].
Allora Penaumbe scese da lui e parlò così: «Benché tu e io fossimo ugualmente poveri, come hai fatto a uccidere così tante volpi, e quindi diventare ricco?» Panaumbe rispose: «Se tu verrai a cena da me, te lo insegnerò.» Ma Penaumbe disse subito: «Ho già sentito tutta la storia prima.» Con queste parole, pisciò contro lo stipite della porta e uscì.
Scendendo lungo la sponda del fiume, chiamò urlando come aveva fatto Panaumbe. La risposta fu: «Dobbiamo fare la barca. Aspettaci!» Dopo un po’, chiamò di nuovo. Gli risposero: «Dobbiamo fare le pertiche. Aspettaci!» Dopo un altro po’, partirono, - una barca piena di volpi. Così Penaumbe si finse prima morto. Allora le volpi arrivarono e dissero: «Penaumbe qui deve essere compatito. È morto di freddo? Oppure è morto di fame?» Con queste parole, si avvicinarono tutte a Penaumbe e piansero. Ma una volpe tra loro, una volpe che zoppicava, parlò così: «Ricordo qualcosa che era accaduto una volta. Piangete a una distanza maggiore!» Così tutte le volpi si sedettero e piansero sempre più lontano e lontano. Penaumbe fu incapace di uccidere anche solo una di quelle volpi; e mentre impugnava il suo randello, fuggirono tutte via. Non prese una singola volpe e lui stesso morì di una morte miserevole.
(Tradotta letteralmente. Raccontata da Ishanashte il 23 luglio 1886.)